ETNO MUSIKA EXPO
1-2-3 ottobre 2022 – Museo delle Arti e Tradizioni Popolari – Roma
Il Festival Etno Musika Expo si propone come la prima manifestazione in Italia di musica popolare e world music, di danza e arti tradizionali, che mette insieme nel suo programma una attività principale di tipo concertistico – con 16 spettacoli di musica dal vivo -, un modulo di formazione – attraverso la realizzazione di seminari e stage – e un percorso espositivo, con un’area stand promozionale di strumenti musicali tradizionali e accessori.
Il Festival Etno Musika Expo è alla sua prima edizione ma nasce dall’esperienza maturata in 30 anni di nostra attività nel settore e rappresenta una novità assoluta nel panorama italiano. Infatti questo tipo di iniziative, molto presenti a livello europeo, sono da noi quasi del tutto assenti e per questo diventano necessarie anche per la loro intrinseca capacità di costituirsi come occasione di incontro e scambio tra le diverse realtà della filiera della produzione culturale. Per questa ragione il Festival intende costituirsi come una vera e propria occasione speciale, a cadenza annuale, di confronto e scoperta per i professionisti del settore, per tanti appassionati e per un nuovo pubblico, sempre più attratto dalle tematiche della musica popolare e world.
L’obiettivo principale, nell’arco del progetto triennale, è di organizzare un evento che sia in grado di realizzare annualmente gli Stati Generali della musica popolare e world in Italia attraverso la partecipazione attiva di quanti operano in questo settore, favorendo occasioni di analisi per comuni strategie di intervento, per migliorare l’offerta del prodotto culturale “musica popolare e world”. A questo si aggiunge la possibilità di offrire, ad artisti ed emergenti, una vetrina di presentazione delle loro nuove produzioni di spettacolo e un luogo ideale per scambi di esperienze e progetti musicali.
La Zampogna
Festival Internazionale di Musica e Cultura Tradizionale
Negli anni questa manifestazione, giunta alla XXVIII edizione, si è caratterizzata come punto di riferimento per tutti gli specialisti e gli appassionati del settore e per i tanti giovani che gradualmente e con passione si sono avvicinati a questo mondo di suoni e di persone. Inoltre la manifestazione è divenuta volano di tante iniziative di formazione, documentazione, promozione e valorizzazione degli strumenti musicali tradizionali e soprattutto di tutta la realtà sociale, umana e professionale che nelle varie province italiane è attiva nel campo della musica e danza tradizionali e del patrimonio culturale di saperi antichi e nuovi legati al mondo agropastorale e alle nuove professioni ad esso legate.
ll Festival ha favorito la crescita sia di esperienze musicali (artisti e gruppi), sia di liuteria tradizionale, promuovendo realtà periferiche o poco conosciute e permettendo ad un’ampia platea di valorizzare i nuovi protagonisti della musica popolare italiana.
Maranola è così diventato un appuntamento obbligato per quanti, a più livelli, si interessano del variegato mondo delle tradizioni italiane. Il Festival ha avuto tra i suoi protagonisti numerosi e importanti artisti italiani e stranieri che hanno condiviso con noi l’esperienza della musica popolare: tra gli altri, Francesco De Gregori, Luca Barbarossa, Antonio Infantino, Simone Cristicchi, Teresa De Sio, Otello Profazio, Nino D’Angelo, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Peppe Servillo, Kocani Orkestar, Giovanna Marini, Abdullah Chadek, Eric Montbel, Jean Pierre Van Hees, Susana Seivane, Nikos Tsantanis, Hevia e tanti altri.
Il progetto in corso prevede un ulteriore impulso alle attività di didattica e di formazione professionale rivolte alle nuove generazioni di musicisti e di autori di musica popolare utilizzando il Festival come sede didattica permanente e catalizzatore di attenzioni per i media e le Istituzioni. Il Festival si svolge in periodo di bassa stagione e in area periferica con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale italiano e promuoverlo in tutte le fasce di popolazione.
Montagna Armonica
Il Festival, giunto alla sua VII edizione, vede il coordinamento artistico di Ambrogio Sparagna e dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, e propone alcuni originali appuntamenti che legano insieme lo spettacolo, in particolare la musica, e tematiche legate alla cultura tradizionali delle comunità di montagne dell’Appennino.
L’intera manifestazione ha come obiettivi la valorizzazione e promozione del sentiero del Pellegrinaggio a San Michele Arcangelo e del suo Eremo/Grotta sul Monte Redentore e la promozione della cultura musicale e orale della zona Aurunca legata al mondo della pastorizia e dell’agricoltura montana.
Tutto avviene nel segno di un nuovo rapporto da stabilire con la montagna e con la cultura tradizionale che ha prodotto negli ultimi secoli. In questi luoghi intrisi di storia, già a partire dall’età classica, le popolazioni locali hanno vissuto per secoli di pastorizia e di misticismo creando nelle tante grotte calcaree are votive e culti devozionali. In queste terre brulle furono innalzati da monaci basiliani dei piccoli cenobi e successivamente, come testimoniato nei documenti del Codex Diplomaticus Cajetanus, redatto a Monte Cassino nel nono secolo, si sviluppò in una delle grotte più grandi il culto di San Michele che ancora oggi attira migliaia di pellegrini sul monte Altino. La tradizione locale racconta che queste grotte furono abitate da santi pellegrini ed eremiti che cercavano nello spirito dei luoghi i segni della propria ricerca spirituale. In particolare alcune narrazioni popolari fanno riferimento ad un giovane fiorentino proveniente da San Germano, l’odierna Cassino, e diretto a Gaeta. Quel giovane segnato dal fuoco del rinnovamento religioso predicato dal Savonarola fu probabilmente Filippo Neri il quale scelse la grotta di San Michele come proprio letto di pietra. Era questo il suo tentativo di “col piè calcar le stelle”, così come recita uno dei sonetti a lui attribuiti.
Alberi di Canto
Festival di Frutti e Voci Dimenticate
“Alberi di Canto” è il nome che si attribuisce a quei contadini che, secondo l’opinione generale di un villaggio, sanno a memoria un’infinità di melodie (Bela Bartok).
Alberi di Canto è
un Giardino Medievale con alberi di frutti dimenticati piantumati da artisti noti della canzone italiana;
un Festival che, con il suo programma di mostre, concerti, incontri letterari, attività didattiche, cibi tradizionali, tra emozioni e cose da vedere, ascoltare e assaporare, dà la possibilità di acquistare – nella mostra/mercato vivaistica – un albero, una pianta aromatica, un sacchetto di semi, un manuale su come imparare a “mettere radici”.